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(DM) QUALI SONO GLI OBBLIGHI DI FACEBOOK IN CASO DI COMMENTI DIFFAMATORI? (Avvocato Generale CGUE, conclusioni del 4 giugno 2019, causa C-18/18)
Nelle proprie conclusioni, l’Avvocato Generale della CGUE nell’ambito della causa C-18/18, Eva Glawischnig-Piesczek contro Facebook Ireland Limited, ha affermato che l’host provider, nell’ambito di un’ingiunzione, deve non solo procedere alla rimozione delle informazioni ritenute illecite dal giudice che ha emanato il provvedimento di ingiunzione, ma anche quelli identici e/o equivalenti. In particolare, nelle conclusioni si legge. “L’articolo 15, paragrafo 1, della direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2000, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno («direttiva sul commercio elettronico»), deve essere interpretato nel senso che esso non osta a che un host provider che gestisce una piattaforma di rete sociale sia costretto, nell’ambito di un’ingiunzione, a ricercare e ad individuare, fra tutte le informazioni diffuse dagli utenti di tale piattaforma, le informazioni identiche a quella qualificata come illecita dal giudice che ha emesso tale ingiunzione. Nell’ambito di una siffatta ingiunzione, un host provider può essere costretto a ricercare e ad individuare le informazioni equivalenti a quella qualificata come illecita soltanto fra informazioni diffuse dall’utente che ha divulgato tale informazione. Un giudice che statuisce sulla rimozione di siffatte informazioni equivalenti deve garantire che gli effetti della sua ingiunzione siano chiari, precisi e prevedibili. Nel farlo, esso deve ponderare i diritti fondamentali coinvolti e tenere conto del principio di proporzionalità”. Non solo, la norma citata non osta neanche a che un host provider sia costretto a rimuovere informazioni diffuse a mezzo di una piattaforma di rete sociale a livello mondiale. Ciò non comporta in capo all’host provider un’obbligo di sorveglianza generale delle informazioni memorizzate, posto che l’obbligo di rimozione discende da una conoscenza dei contenuti illeciti risultante dalla notifica effettuata dalla persona interessata, dai terzi o da un’altra fonte. (AO)