Apr
06
(DPE) SMS, CHAT WHATSAPP ED EMAIL REGISTRATE NELLA MEMORIA DEL TELEFONO COSTITUISCONO PROVA DOCUMENTALE (Cass. civ. 16.01.2018, n. 1822)
I dati informatici acquisiti e conservati nella memoria di un telefono cellulare sequestrato (sms, messaggi WhatsApp, e-mail) hanno natura di documenti ai sensi dell'art. 234 c.p.p. e dunque ai fini del sequestro probatorio non soggiacciono alle regole di maggior tutela relative alla ‘posta'. Ed invero, la Corte di Cassazione, con la sentenza in commento, ha ritenuto che la attività acquisitiva di simili dati non possa soggiacere né alle regole stabilite per la corrispondenza, né tantomeno a quelle relative alle intercettazioni telefoniche. In particolare, ai messaggi WhatsApp e a quelli sms rinvenuti in un telefono cellulare sottoposto a sequestro non è applicabile la disciplina dettata dall’art. 254 c.p.p., in quanto questi testi non rientrano nel concetto di “corrispondenza”, la cui nozione implica un’attività di spedizione in corso, avviata dal mittente mediante consegna a terzi per il recapito. Nè è parimenti configurabile un’attività di intercettazione. Quest’ultima, per sua natura, postula la captazione di un flusso di comunicazioni in atto, mentre nel caso di specie si tratta di acquisire un elemento “statico”, conservato nella memoria dell’apparecchio. (NP)