Mag
21
DL) IL CONSULENTE INSERITO STABILMENTE NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE E’ UN LAVORATORE SUBORDINATO (Corte di Cassazione, n. 9196 del 23.04.2014)
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9196 del 23 aprile 2014, ha affermato che “nel caso di esercizio di funzioni riconducibili a quelle dirigenziali e di svolgimento di attività prettamente intellettuale la subordinazione non si manifesta in fatti o atti particolarmente appariscenti ben potendosi concretare in semplici direttive di massima”.
Dunque, con tale assunto la Cassazione ha chiarito che, ai fini dell’accertamento della natura subordinata del rapporto, non è rilevante che il potere direttivo del datore di lavoro si concretizzi in ordini continui, dettagliati e strettamente vincolanti, né che risulti contitnuo e stringente il suo controllo sull’attività svolta dal lavoratore.
Ed, invero, secondo i Giudici della Suprema Corte, tale potere può realizzarsi anche rispetto ad una direttiva dettata dall’imprenditore in via programmatica o soltanto impressa nella struttura aziendale, assumendo, invece, particolare rilevanza l’inserimento continuativo ed organico delle prestazioni del lavoratore nell’organizzazione dell’impresa.
Il caso di specie è giunto al vaglio di legittimità dopo che la Corte di Appello, riformando la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale, aveva rigettato l’opposizione proposta dall’esercente di un supermercato contro la cartella esattoriale notificata dall’Inps in seguito al verbale ispettivo che aveva accertato la sussistenza della subordinazione nel contratto di consulenza stipulato tra l’azienda ed un addetto alle mansioni di gestore e coordinatore.
La Suprema Corte, confermando la sentenza di merito, ha ribadito che, nonostante il lavoratore svolga le proprie mansioni con margini, più o meno ampi, di autonomia e di discrezionalità, ciò non esclude la qualificazione subordinata del rapporto, in quanto tali circostanze assumono carattere sussidiario ed una funzione meramente indiziaria.
Per l’accertamento della natura del rapporto è risultata determinante la continua dedizione funzionale della energia lavorativa del consulente al risultato produttivo perseguito dall’imprenditore, che ne imponeva la presenza giornaliera presso il punto vendita e l’inserimento stabile nell’organizzazione aziendale.
AP
Si segnala che la sentenza è a Vs. disposizione e potrà essere richiesta contattando lo studio.
Sarà sufficiente aprire la pagina “contatti”.