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(DAL) L’ULTIMA FASE DEL CONTENZIOSO OGM TRA EUROPA E STATI MEMBRI (Corte di Giustizia, 6.09.2012 C – 36/11)

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea è stata adita per stabilire i confini entro i quali gli Stati membri possono vietare, o limitare, la coltivazione degli OGM autorizzati in virtù del regolamento n. 1829/2003 ed iscritti nel catalogo comune in applicazione della direttiva 2002/53.

La Corte con la sentenza del 6 settembre 2012 ha chiarito come sia precluso ad uno Stato subordinare il rilascio dell’autorizzazione alla messa in coltura di varietà geneticamente modificate all’adozione, da parte delle Regioni, delle misure di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e transgeniche, potendo tale circostanza tradursi in un mezzo per aggirare le procedure autorizzatorie previste dalla disciplina comunitaria.

La Corte di Giustizia Europea, pertanto, ha definito la questione, affermando che l’impiego e la commercializzazione di sementi della varietà oggetto della controversia sono autorizzati per un duplice motivo: si tratta di prodotti esistenti, autorizzati ed iscritti nel catalogo comune. Tale iscrizione, infatti, spiega la Corte, ne consente la libera circolazione, senza alcuna restrizione di mercato.

Utilizzando le parole della Corte:“allo stato attuale del diritto dell’Unione, uno Stato membro non è libero di subordinare ad un’autorizzazione nazionale, fondata su considerazioni di tutela della salute o dell’ambiente (già prese in considerazione nella procedura di autorizzazione e di iscrizione), la coltivazione di Ogm autorizzati in virtù del regolamento n. 1829/2003 ed iscritti nel catalogo comune in applicazione della direttiva 2002/53”.

AP
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