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(DM) LECITA LA SATIRA CORROSIVA, MA SOLO SE SERVE A MANIFESTARE UN DISSENSO RAGIONATO (Cass., 28.11.2008, n. 28411)
La satira è lecita se funzionale alla manifestazione di un dissenso ragionato. In pratica, l'esercizio del diritto di cronaca e di critica anche attraverso una rappresentazione satirica è legittimo se non sfocia in una aggressione gratuita del soggetto interessato.
È quanto emerge dalla sentenza 28411/08 con cui la Cassazione ha confermato quell'orientamento giurisprudenziale di legittimità secondo il quale, in tema di diffamazione a mezzo stampa, la satira costituisce una modalità corrosiva e spesso impietosa di esercizio del diritto di critica e può realizzarsi anche mediante l'immagine artistica come accade per la vignetta o per la caricatura, consistenti nella consapevole ed accentuata alterazione dei tratti somatici, morali e comportamentali delle persone ritratte. A differenza della cronaca, la satira però è sottratta al parametro della verità perché esprime mediante il paradosso e la metafora surreale un giudizio ironico su un fatto ma rimane assoggettata al limite della continenza e della funzionalità delle espressioni o delle immagini rispetto allo scopo di denuncia sociale o politica perseguito. Pertanto - ha concluso la Suprema corte - nella formulazione del giudizio critico possono essere utilizzate espressioni di qualsiasi tipo anche lesive della reputazione altrui, purché siano strumentalmente collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o comportamento preso di mira e non si risolvono in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato.
MG
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